DUE ANNI DI MONDI SENZA CHIEDERE PERMESSO

Stiamo ancora volando. ❤️‍🔥 🏴‍☠️

✨ Grazie a tutte le persone che rendono possibile questo momento prezioso in città e in quartiere, grazie a tutti i banchetti e a tutte le distro ostinate che sostengono, proteggono e difendono questo spazio da due anni. Grazie a tutte le musiciste, i sound, i/le tecniche del suono, i matti e le matte, le amichetek e gli amicitek, ai collettivi, alle collettive e ai/alle compagnx che ogni volta mettono qualcosa di sé per far si che questa magia accada.

🖤 Abbiamo festeggiato due anni con la solidarietà che ci sta più a cuore, contro il proibizionismo, contro ogni galera, contro tutte le opere con cui saccheggiano e devastano i nostri territori, contro il 41bis, accanto ad Alfredo, accanto a Gui, Andre e Bak, dalla parte di tuttx le inguaiatx in lotta contro questo mondo di merda, colpitx dalla repressione.

🔥 Un’avventura iniziata ventiquattro mesi fa dopo il patto sulla sicurezza siglato tra Lepore e Piantedosi che ha inaugurato una nuova fase del processo di militarizzazione in Bolognina, e che ancora oggi continua, spinta dall’urgenza di non lasciare le strade al capitalismo, alle guardie e al decoro.

❤️‍🔥 Grazie ai The Jackson Pollock band, che sanno scatenare le furie, grazie a Digiuno, cuore pulsante sempre presente, a DJ TryCatch e Daddi, grazie ai Bes Non Certificati e ai Fratelli del Castello, con la loro molestaggine sempre pronta a sostenerci, grazie ai Fass Badda, che combattono a Saronno gli stessi processi di gentrificazione e devastazione che viviamo qui, a Joaquim Merdavic, che con la sua energia anche questa volta ha saputo prenderci a schiaffoni, grazie a Krust, che infine ci ha fatto saltare. È stato un gran compleanno! 🎂

💥 Grazie a tutte le compagne che allestiscono, caricano, scaricano, grazie a tuttx quellx che cucinano, puliscono, montano e smontano! Agli spazi, alle furghe ribelli e tuttx quellx che compaiono ad aiutare e supportano in ogni modo!

🏴‍☠️ Senza Chiedere Permesso è uno spazio ma anche un’idea, un principio, una tensione che non vorrebbe accontentarsi di un giorno al mese e che non si esaurisce al giovedì! Non vogliamo creare un “momento alternativo” ma contribuire ad altre visioni e possibilità, partendo dai nostri bisogni e desideri. Anche tutti gli altri giorni della settimana aspettano di essere riempiti di banchetti, musica, distro e solidarietà che non ha bisogno di chiedere il permesso!


P. s. Se hai foto e video di questi due anni di sbanchettate scalmanate che vuoi condividere, scrivici e inoltraci i tuoi materiali!
mercatino@autoproduzioni.net


SENZA CHIEDERE PERMESSO FEBBRAIO 2025

Giovedì 6 febbraio 2025 sedicesima edizione!

Dalle 17 si aprono le danze: allestimento del mercatino, birrette e microfono aperto.

Dalle 19:30 chiacchiere e riflessioni a partire dall’opuscolo “NON È FORSE QUESTA GUERRA?” con alcunx compagnx sicilianx. Dal progetto ponte, alle “smart cities” sino agli interessi che si cuciono sui corpi reclusi, migranti, arginati, carcerati. Un opuscolo per condividere saperi e percorsi di significazione verso una più fitta condivisione di pratiche, per un’azione sempre più di massa e sempre meno mediata da strutture di delega e rappresentanza.
L’occasione vuole anche essere un invito ad individualità, collettivi, affinità, lotte territoriali e libidiche alla prossima mobilitazione NoPonte che attraverserà le rive dello Stretto nel periodo carnevalesco. Un invito all’incontro di pratiche e pensieri perché tuttx lottiamo contro lo stesso “gelido mostro”.

Dalle 20:30 cena per sostenere il progetto di una casa aperta, complice e solidale nelle prealpi varesine. Difendiamo dal pignoramento e dalle more spazi amici dove esprimerci, ritrovarci e organizzarci, fuori delle pressioni e dalle logiche del sistema.

Con noi dal pomeriggio Equal Rights Forlì, distribuzione di materiale antispecista e non solo (libri, opuscoli, musica, magliette, etc.) dal 1996

A scaldarci come di consueto caldo vin brulè benefit prigionierx e inguaiatx!

Distro e banchetti come se non ci fosse un domani, musichette fino a mezzanotte

SENZA CHIEDERE PERMESSO DICEMBRE 2024

Quattordicesima edizione!

Giovedì 5 dicembre come di consueto in Bolognina!

Dalle 17:00 allestimento del mercatino, socialità, birrette e microfono aperto.

Radici profonde contro la repressione: aggiornamenti su repressione e solidarietà al Parco Don Bosco!
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Riffa 1312 benefit contro gli abusi di polizia! Continuiamo a sostenere la compagna che non è rimasta indifferente davanti ad un fermo di polizia per la strada e ora subisce gli effetti della repressione.

Call for banchettarx e distro solidali: raccogliamo premi dai banchetti e dalle distro che vorranno contribuire con ciò che producono, fanno, a sostenere la riffa e la compagna!
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Vin brulè benefit prigionierx!

A seguire, per la collettivity, sosteniamo mezzi comunitari, facinorosi e ostinati: cena per la furga più complice e solidale di sempre.

Dalle 20:30 Lugi & Dalla hip hop jam, open mic, open dance flore.

13 EDIZIONI, 12 MESI SENZA CHIEDERE PERMESSO

13 edizioni, 12 mesi di autogestione e riappropriazione! Ad un anno di distanza, si riparte!

Ci vediamo giovedi 7 novembre sotto la Tettoia Nervi:

Dalle 17:00 allestimento del mercatino, birrette, vin brulè benefit prigionierx, caldarroste e microfono aperto!

Dalle 19:30 chiacchiera sulla deriva securitaria in cittá: come difenderci, individualmente e collettivamente, dagli abusi sempre piu legittimati delle forze dell’ordine e da un contesto di repressione e controllo sociale sempre piu esteso?

A seguire cena benefit per sostenere unx compagnx che non è rimastx indifferente davanti ad un fermo di polizia per la strada e ora subisce gli effetti della repressione, con importanti spese legali da sostenere.

Alle 21:00 da Saronno FASS BADDA ANTIFA RAP

Never forget what you are and where you come from


Abbiamo cominciato quest’avventura a novembre dell’anno scorso, presentando un fumetto di Elena Mistrello* su un’esperienza di viaggio in Cisgiordania, contestando il deserto chiamato sicurezza che stanno facendo in città, il razzismo e la violenza di stato. Ad oltre un anno da quei giorni, in Palestina il genocidio continua, tra massacri, abusi, deprivazioni e violenze, senza soluzione di continuità, mentre su tutto il piano internazionale lo stato di guerra si intensifica per mano di stati ed economie assassine. La fortezza Europa serra sempre più i suoi confini esternalizzando le sue frontiere, finanziando tecnologie di sorveglianza via via più affilate e stringendo accordi per creare campi e prigioni in paesi non europei e/o di transito, mentre a livello locale aumenta lo sfruttamento, il disciplinamento e il controllo sociale (vedi il DDL 1660)*. Una realtà che si nutre di politiche razziste, proibizioniste e repressive, e che si traduce negli abusi sempre più legittimati delle forze dell’ordine, con retate nei quartieri, fermi razzisti per le strade, espulsioni, privazione della libertà e carcere.

Un attacco che ha trovato nuovo vigore a Bologna con l’asse Lepore-Piantedosi inaugurato a gennaio 2023, tra interventi ad alto impatto nei quartieri e chiusure di attivitá non idonee alla cittá vetrina per mano del questore, fino alla recente ordinanza del prefetto che vieta l’accessibilitá ad alcune zone della cittá per chi venga valutato assumere “comportamenti incompatibili con la vocazione e l’ordinaria destinazione delle aree stesse” o “ostacoli alla libera e piena fruibilità de parte dei cittadini, ingenerando una percezione di pericolo e di insicurezza.” Ordinanza che si traduce nel “divieto di stazionare” sulla scalinata del Pincio davanti all’autostazione, in piazza XX Settembre, in galleria 2 Agosto, in via Boldrini, in via Gramsci, in via Amendola e in piazza Medaglie d’oro. Il provvedimento è volto a colpire persone già denunciate per reati di spaccio, danneggiamento o contro la persona commessi negli stessi luoghi, e per tutte quelle persone che saranno valutate, da guardie e divise, avere comportamenti “aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. “Valutazioni” iper discrezionali e arbitrarie, che armano ancora di piu il senso di impunitá delle forze dell’ordine. E’ coinvolta dall’ordinanza anche la Bolognina: oggetto della misura saranno anche le zone dietro alla stazione, via de’ Carracci, via Fioravanti, via Matteotti, via Ferrarese, via Bolognese, via Nicolò Dall’Arca e le corti degli immobili Acer. Un culto della legalitá, della sicurezza e del decoro che continuerá ad esasperare discriminazioni di genere, classe, cittadinanza, e che ha aperto la strada a ronde fasciste, a presidi dell’estrema destra in Bolognina e a cortei xenofobi “contro l’immigrazione incontrollata” in cittá.
Nessuno intende negare i problemi che un quartiere popolare come la Bolognina si porta dietro, ma non possiamo permettere che proprio i responsabili di questo deserto ci speculino sopra alimentando retoriche razziste per ripulire il quartiere. Sotto attacco non è solo la Bolognina, ma la stessa solidarietá.

Per questo non intendiamo lasciare solx chi ha scelto di non rimanere indifferente: la cena di questo mercatino sará benefit per unx compagnx che è intervenutx per mediare un fermo di polizia per la strada e ora subisce gli effetti della repressione, con importanti spese legali da sostenere. Invitiamo tutte e tutti alla solidarietá e a prenderci un momento per ragionare insieme su quanto sta avvenendo in cittá, come difenderci, individualmente e collettivamente, da questa deriva.

 

Note:
*(proprio in questi giorni sono stati diffusi alcuni appunti illustrati da Elena Mistrello sul DDL 1660 che linkiamo qui https://boccaccio.noblogs.org/files/2024/10/Deliri-Di-Legge-1660_Elena-Mistrello.pdf)

Due parole sulla tettoia nervi

Questi giovedì, visto il freddo e l’umidità, abbiamo pensato avesse senso occupare la tettoia nervi. Due parole quindi su questa sedicente “piazza pubblica” sono d’obbligo. Di seguito un’intervento portato al mercatino del 7 dicembre.

Prima di tutto grazie a tutte e tuttu di essere qui! ❤️ Avremmo voluto allestire questa iniziativa al parchetto come da invito, ma visto il freddo e l’umidità, per una scelta puramente strumentale, abbiamo pensato avesse senso occupare nuovamente la tettoia!

A chiamare questi giovedì, lo ricordiamo, è un pugno di banchettare e banchettari scalmanati, forti di un desiderio sentito e trasversale, che crede ancora nella possibilità generativa delle comunità, ad una bolognina meticcia, anticapitalista, resistente, solidale, antifascista, antisessista e antirazzista. Senzapatria che pretendono suolo pubblico senza pagare, e rivendicano spazio per sperimentare relazioni libere da logiche di assoggettamento e mercificazione. Perditempo che intendono creare ponti tra persone, esperienze, culture e realtà, tra l’altro appennino e l’altra città.

Malfattrici e malfattori, abusivi e abusive, felici di ledere con la loro presenza sgradita il prestigio istituzionale di questo gioiello urbano chiamato “Piazza Lucio Dalla”.

Sicuramente folli. Perché in questa normalità al contrario, l’anomalia è la nostra libertà solidale e resistente, non una sedicente “casa di quartiere” come quella allestita nei locali qui sotto, che affitta i suoi spazi a 150 euro + iva per quattro ore, e a 600 euro + iva per una giornata di sette/otto ore (dalle 10 alle 17!). Un progetto, la Casa di Quartiere Navile di TASCA studio, che ha vinto di recente, insieme alla Tettoia, il premio dell’Istituto Nazionale di Architettura della Regione Emilia-Romagna, sezione Riqualificazione-Rigenerazione 2023.

È evidente che il quartiere a cui si riferiscono loro, non è il quartiere da cui veniamo e a cui ci rivolgiamo noi.

Pensiamo che a fronte di un contesto del genere, non è solo giusto ma è complice non riprenderesi voce e spazio!

La maschera di questa sedicente “piazza pubblica” da oltre 4 milioni di euro, vetrina dell’amministrazione più ipocrita di sempre, si sgretola da sola, lo abbiamo visto: una piazza messa a bando, privatizzata, mercificata, gestita secondo il peggior clientelismo, come da tradizione.

Non dimentichiamo che Piazza Lucio Dalla si inserisce in quel processo di “riqualificazione” che ci ha strappato più di uno spazio, che mentre sostituisce la composizione sociale del quartiere e recupera quanto può essere considerato accettabile, isola, marginalizza e separa quanto rimane di irrecuperabile, indomabile e indecoroso, liquidandolo come “problema di ordine pubblico”.

Un’operazione che negli anni ha trasformato un quartiere popolare in un centro amministrativo e ricreativo dedicato alla Bologna che conta e che fa girare i soldi.

La millantata inclusività di questa tettoia si infrange sulla fontana che sparisce con la fine delle rassegne istituzionali, perché – com’è stato risposto ad una compagna – l’acqua è pubblica ma la fontana… è privata! Si infrange sul prezzo per l’accesso al mercatino delle pulci organizzato dal Comune ogni prima domenica del mese, che, ci dicono, da 15 euro è passato a 30 euro per ux privatx cittadinx, mentre i posti gratuiti a disposizione di minori e associazioni sono stati ridotti.

Non moltx sanno che questa sedicente “piazza” fu realizzata col mezzo milione di euro pagato dall’allora The Student Hotel al Comune, in cambio della sopraelevazione di un piano. Secondo i regolamenti urbanistici cittadini, in cambio di un aumento di cubatura The Student Hotel avrebbe dovuto mettere a disposizione più verde. Si preferì invece «monetizzare» la deroga, e con quei soldi terminare la pensilina Nervi. Per costruire The Student Hotel, lo ricordiamo, fu sgomberata con violenza un’occupazione abitativa di oltre ottanta famiglie. Questa pseudo-piazza si erge sulle macerie di quello sgombero e non solo.

Il Ministero della Cultura ha stanziato 1,2 milioni di euro per sostenere il cartello di eventi e l’operazione di maquillage istituzionale sotto questa tettoia, e riscrivere la storia di questo quartiere.

Una storia fatta di speculazione, sfratti, continua sottrazione di spazi, furto di pratiche e contro-culture da restituire in forma edulcorata, digeribile, commerciabile, amputata delle parti intrinsecamente ribelli e conflittuali. Una storia fatta di resistenza, solidarietà, antifascismo, che vediamo sempre più saccheggiata e annichilita.

Vediamo ogni giorno le strade sempre più militarizzate, oggetto di blitz e rastrellamenti da parte delle forze dell’ordine, operazioni che si abbattono sistematicamente su fasce di popolazione già marginalizzate e razzializzate.

Un’irregimentazione securitaria e un culto della legalità che riproduce discriminazioni di genere, classe e cittadinanza, esasperando contemporaneamente processi di isolamento, diffidenza e desolidarizzazione nei quartieri.

La tettoia nervi si inserisce a pieno titolo in questo processo.

E’ importante ricordare come questa fantastica pensilina “smart” sia anche equipaggiata con un sistema di videosorveglianza integrato che copre tutta l’area, collegato alla polizia locale. Si dirà “ma tanto le telecamere sono dappertutto”, cosa che può essere anche vera ma non sposta affatto il problema, anzi, ne evidenzia ancora di più il carattere pervasivo, posto che il software di gestione video sotto la tettoia non è esattamente sovrapponibile a molte delle telecamere in strada.

É questa la città che non vogliamo. Non vogliamo piazze con guardie e telecamere.

Siamo l’eccedenza che non si rassegna!