SENZA CHIEDERE PERMESSO, GIOVEDÌ 4 APRILE IN BOLOGNINA “KE EL VIENTO SE VUELVA HURACAN”
Per la 6° edizione del mercatino, presentazione del fumetto “RIVOLTA!”,
una testimonianza dal Chile del 2019, con l’autore Slider Nama.
Il fumetto parla della rivolta cilena iniziata il 18 Ottobre 2019, periodo in cui Slider viveva a Santiago. L’aumento del prezzo dei trasporti fu la miccia che accese la rabbia della popolazione cilena nelle piazze e nelle strade delle città, in un contesto di sistematico saccheggio di risorse naturali, siccità, furto dell’acqua, privatizzazioni, mancanza di politiche sociali, attacco ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, repressione poliziesca e militare.
Presentare questo fumetto è anche l’occasione per parlare di quanto recentemente accaduto: il 2 febbraio 2024 si è scatenato un mega incendio nella regione di Valparaiso in Cile. Sono 4777 le case colpite. La metà dei quartieri rasi al suolo dal fuoco fanno parte delle “tomas de terreno” cilene: territori occupati e sempre difesi dalla popolazione, dai tempi della dittatura ai più attuali governi neoliberali. Gli incendi – dolosi – sono un business per le imprese forestali ed immobiliari poiché non esistono leggi che proteggono i suoli incendiati. In periferia oggi, come durante le rivolte, si stanno organizzando tante “ollas comunes” (tradotto una pentola di zuppa per 200 persone) per chi ha perso la casa negli incendi.
Parte del ricavato della serata andrà a sostenere Vina del Mar in Valparaiso, colpita dall’incendio.
Programma:
Dalle 17 allestimento del mercatino, musica, birrette e microfono aperto.
Dalle 19:30 presentazione di “Rivolta!”, con l’autore Slider Nama.
Dalle 20:30 cena con il Vascello Vegano benefit per la Cassa Antirepressione Capitano A.C.A.B.
Dalle 21 Concerti rap/hip-hop con Slider e Los Bandidos Recordz
[Aggiornamento: causa pioggia, terreno bagnato e imprevedibilità meteo, l’edizione straordinaria del mercatino SENZA CHIEDERE PERMESSO al Parco Don Bosco prevista per oggi è rimandata! Attenzione, non è annullata! Sarà
ricalendarizzata quanto prima!]
EDIZIONE STRAORDINARIA!!
MERCOLEDì 28 FEBBRAIO invitiamo il mondo delle autoproduzioni e del DIY a sostenere il presidio permanente al Parco Don Bosco con un fantasmagorico mercatino solidale!
Dalle 17 allestimento del mercatino, birrette e cibarie per sostenere la resistenza al Parco. Dalle 19 chiacchiera sull’impatto dell’inquinamento in città.
In esposizione la mostra “Una riqualificazione spietata”. Musichetta e convivialità fino le 23.
Al Parco Don Bosco a Bologna, angolo via Fani/via Serena.
In caso di pioggia l’iniziativa sarà ricalendarizzata quanto prima!
Giovedì 7 marzo 2024 SENZA CHIEDERE PERMESSO presentazione del testo di Tobia D’Onofrio e Massimo Lorenzani “GUIDA STUPEFACENTE. Autoregolazione e riduzione dei rischi da uso di sostanze.”
Ridurre i rischi da uso di droghe con le stupefacenti armi dell’informazione e della consapevolezza. Dall’alcol al tabacco, passando per i funghi allucinogeni, tutto quello che dovreste sapere prima di voler assumere una sostanza psicoattiva.
Programma della giornata:
Dalle 17:00 allestimento del mercatino, birrette, cibarie, consueto vin brulè benefit inguaiatx con la legge e microfono aperto!
Dalle 19:30 in diretta con Radio Spore presentazione, con gli autori Tobia D’Onofrio e Massimo Lorenzani, di “GUIDA STUPEFACENTE. Autoregolazione e riduzione dei rischi da uso di sostanze”.
A seguire cena per sostenere il Lab57 – Laboratorio Antiproibizionista di Bologna, e l’attività delle RDR autogestite.
In direzione ostinata e contraria sfidiamo il freddo e invitiamo tuttx a scaldarci dandoci da fare con autoproduzioni e DIY!
Giovedì 1 febbraio Senza Chiedere Permesso allestiremo un laboratorio di cucito e serigrafia! Porta le tue maglie, le tue stoffe, i tuoi colori, la tua fantasia, noi qualche sorpresa la avremo! Cuciremo borsine da serigrafare, stamperemo spillette e molto altro!
Invitiamo tuttx le banchettare a farsi avanti, a portare arti e mestieri in strada, per conoscerci facendo, provando, toccando, sporcandoci insieme.
Dalle 17 allestimento del mercatino, consueto vin brulé caldo benefit inguatx con la legge, birrette, cibarie e microfono aperto per aggiornamenti su Bologna e oltre.
Dalle 18 laboratori randagi.
A seguire suoni animali con Fremen e dj set!
In un contesto di “controlli ad alto impatto” e violenta militarizzazione diventa ancora più importante vivere il quartiere e moltiplicare i momenti in strada!
Per una bolognina anticapitalista, meticcia, solidale, antirazzista, antisessista e antifascista.
Di seguito un contributo contro la riqualificazione del Parco Don Bosco e delle Scuole Besta a Bologna.
Impossibile non incontrarsi nella solidarietà contro la riqualificazione del Parco Don Bosco e delle Scuole Besta:
Parliamo di oltre 18 milioni di euro per abbattere decine di alberi ad alto fusto, distruggere la fauna presente, demolire la scuola esistente e ricostruirne una nuova accanto – “green” – asfaltando il parco. Un vero capolavoro.
La cementificazione del parco Don Bosco è il volto di una città che non guarda in faccia a nessuno: abitanti, insegnanti, ex insegnanti, genitori di alunnx ed ex alunnx, associazioni.
Non servono grandi analisi, il grido delle Scuole Besta in lotta è inequivocabile: l’edificio più green è quello che è già in piedi.
Nell’audio “Gli alberi parlano” (Parco Don Bosco)
Rendering delle nuove Scuole Besta
L’uso strumentale della retorica green, della cooperazione, della partecipazione e dell’inclusione, si schianta con le rivendicazioni di chi gli spazi li vive dal basso.
Non si può accettare in nessun modo la devastazione di un parco frequentato e amato da tuttx gli/le abitanti del quartiere, e la conseguente distruzione di uno dei pochi polmoni verdi nella sempre più cementificata zona Fiera, dove l’aria che si respira è tra le più inquinate d’Europa.
Un progetto, la nuova scuola, in cui si ostentano paroloni come “innovazione scolastica”, “pedagogia cooperativa”, “pedagogia laboratoriale”, quando l’operazione rappresenta un passo indietro non solo per quanto riguarda la sostenibilità e l’impatto ambientale ma anche dal punto di vista didattico: contrariamente alla scuola attuale – progettata alla fine degli anni ’70 con il lavoro congiunto di architetti, pedagogisti ed insegnanti – il nuovo progetto prevede una struttura rigida con aule e corridoi, senza quegli ambienti di espansione delle aule per attività di gruppo e lezioni flessibili, e senza la proiezione delle aule verso il giardino e l’esterno, che caratterizzano l’attuale scuola. Un’operazione che comporterebbe un significativo peggioramento della fruizione degli spazi, della didattica, della vivibilità della scuola e della salubrità degli ambienti per alunnx e insegnanti.
Un edificio che secondo la stesse leggi di chi governa dovrebbe essere tutelato in quanto bene artistico, storico e culturale, come avvenuto per un’altra scuola della stessa architetta, e su cui dovrà pronunciarsi la Soprintendenza ai beni culturali a febbraio.
Se è vero che le scuole Besta necessitano di lavori a causa dei deterioramenti subiti nel corso degli anni, della mancata manutenzione, degli adeguamenti alle normative antisismiche, della scarsa efficienza energetica, è vero anche che non c’è nessun motivo valido per abbatterle e non ristrutturarle.
Vi sono inoltre errori procedurali sui cui l’amministrazione sta tentando di glissare e che potrebbero ostacolare l’ignobile proposito demolitore. Il comitato nato a difesa del parco e della scuola, studiando le carte del progetto, ha scoperto che «per l’erogazione dei fondi del PNRR […] è necessario rispettare il cosiddetto principio DNSH, Do Not Significant Harm, ovvero “non arrecare danni significativi all’ambiente”. Un principio tecnico che deve essere contenuto in una relazione specifica. “Ma la relazione allegata alla delibera di approvazione del progetto non dimostra nulla — dice il comitato — perché è̀ stata utilizzata una scheda sbagliata della specifica Guida operativa del ministero dell’Economia e della Finanza, ovvero la scheda 2 delle ristrutturazioni invece della scheda 1 relativa ai nuovi edifici da costruire e interventi di demolizione e ricostruzione».
Mentre l’amministrazione cerca di convincere la cittadinanza della bontà dell’impresa parlando di rigenerazione dell’area verde nella zona di demolizione – quando è noto che questi suoli non si rigenerano con la bacchetta magica – nel progetto compare – magia, questa si! – la possibilità di destinare parte dell’area ad un eventuale parcheggio, qualora la vicina Fiera ne avesse bisogno.
Siamo convinte che non c’è ecologismo senza anticapitalismo e lotta di classe.
Capitalismo e violenza istituzionale sono due facce della stessa medaglia, una ricetta che la giunta PD ha imparato a vendere bene grazie a strategie di comunicazione e marketing di tipo aziendale.
Non si può guardare alla riqualificazione del parco Don Bosco senza inserirla nel processo che vede coinvolto in egual modo l’arrivo dell’alta velocità e la costruzione della nuova stazione, la Trilogia Navile, la Tettoia Nervi, l’opera di Giulia Srl e delle P Tower, il complesso Unipol, gli Student Hotel, le operazioni speculari in Cirenaica e nel quartiere San Donato, il Tecnopolo, la riqualificazione del polo fieristico, Fico, il People Mover, il Tram, il Passante di Mezzo.
Una città lanciata in corsa sul podio del prestigio europeo, lo stesso “prestigio” che determina un aumento generalizzato del costo della vita, che devasta pianure, Appennini e montagne, e che fonda le sua ricchezza su lavoro sfruttato e alienato.
Scelte politiche precise volte a una turistificazione selvaggia del territorio, che si abbattono sistematicamente su chi vive già discriminazioni di classe, genere e cittadinanza, creando terreno fertile per le destre xenofobe, pronte a raccogliere consenso cavalcando malcontento, paure e stereotipi.
Se a livello internazionale massacri, guerre e genocidi si intensificano, a livello locale aumenta lo sfruttamento, il disciplinamento e il controllo sociale: in ogni città le lotte per l’abitare e per la casa, così come quelle ambientaliste ed ecologiste, vengono duramente represse. La scuola, divenuta territorio di conquista militare, mostra sempre più il suo volto di agenzia al soldo del potere, volta a selezionare la nuova classe dirigente e la nuova classe da sfruttare. Ciò che rimane della sanità pubblica e territoriale viene inesorabilmente smantellato e privatizzato, per privilegiare paradigmi discrezionali di stampo classista e autoritario. Dentro le carceri, nei cpr, alle frontiere, si muore, mentre all’esterno vivere diventa sempre più difficile per moltx.
Una realtà in cui emerge sempre più evidente la necessità di sovvertire l’esistente e lottare!
SPECULAZIONE, PROFITTO E CEMENTO: COMBATTEREMO CONTRO OGNI ABBATTIMENTO!
CON IL PARCO DON BOSCO E LE SCUOLE BESTA IN LOTTA, CONTRO LA CITTÀ VETRINA
Le immagini nel testo con quelle “creature strane” sono tratte dal film “Guida Galattica per autostoppisti” ispirato al romanzo di Douglas Adams del 1979.
Per fare posto ad una superstrada alcune ruspe minacciano di demolire la casa di Arthur Dent; ma la sorte dell’abitazione di Arthur Dent è niente rispetto a quanto sta per accadere a tutto il pianeta: una flotta spaziale Vogon è pronta a demolire la terra per conto dell’Ente Galattico Viabilità, per far posto ad una nuova superstrada iperspaziale.
POPOLO DELLA TERRA, ATTENZIONE, PREGO. QUI PARLA LA COMMISSIONE PER LA PIANIFICAZIONE DELL’IPERSPAZIO GALATTICO. I PIANI DI SVILUPPO DELLE ZONE PERIFERICHE DELLA GALASSIA RICHIEDONO LA COSTRUZIONE DI UNA SUPERSTRADA IPERSPAZIALE ATTRAVERSO IL VOSTRO SISTEMA STELLARE. IL CHE RENDE SFORTUNATAMENTE NECESSARIA LA DEMOLIZIONE DI ALCUNI PIANETI TRA CUI IL VOSTRO. I LAVORI AVRANNO INIZIO IMMEDIATO E DURERANNO CIRCA DUE MINUTI TERRESTRI. GRAZIE.
I Vogon, le creature rappresentate nelle foto, sono ottusi burocrati zelanti che senza un ordine in triplice copia spedito, ricevuto, verificato, smarrito, ritrovato, soggetto a inchiesta ufficiale, smarrito di nuovo ed infine sepolto nella torba per tre mesi e riciclato come cubetto accendifuoco, non alzerebbero un dito per salvare nemmeno la propria nonna. La maggior parte dei Vogon è impiegata negli uffici della burocrazia galattica e nella Flotta costruzioni Vogon, un lavoro che permette loro di vivere una vita socialmente accettabile pur seminando distruzione nell’universo.
Per chi fosse curiosx di leggere l’incipit del testo -> QUI
Alle 18:30 FREE ALL ANTIFAS: Presentazione del corteo nazionale antifascista a Milano del 13 gennaio + aggiornamenti sulla repressione delle antifasciste e degli antifascisti coinvolti nei fatti di Budapest .
Dalle 19:30 Marina Girardi presenta il LUNARIO DELLE TANE 2024, intonando canzoni lunatiche uscite dal bosco.
Inauguriamo il nuovo anno insieme all’insegna dell’antifascismo
Se vuoi esporre porta luci, prolunghe, tavolo, gazebo e cosa vorresti trovare. Se hai sedie in più sono benvenute. Se hai teli, tappeti o cose utili per arricchire l’area bimbi, portali! Se hai idee scrivi o passa a trovarci!
La bolognina a cui ci rivolgiamo è anticapitalista, antisessista, antirazzista e antifascista.
Qui un’intervista su Radio città Fujiko ad una compagna sulla condizione di Ilaria, reclusa in carcere in Ungheria da dieci mesi.
Qui un’intervista su Radio Ondarossa ad un compagno a Milano.
Qui un’intervista su Radio Onda d’Urto a Eugenio Losco, legale di Ilaria e Gabriele.
Di seguito la chiamata antifascista del 13 gennaio a Milano.
Il mercatino di giovedì 4 gennaio si avvicina ed il programma è in arrivo, intanto non perdiamo tempo e lanciamo questa imprevedibile sfilata!
❤️🔥 NON LA SOLITA BEFANA! 🔥🖤
Non tuttx sanno che nel 1928 i fascisti si impossessarono della festività della Befana. Nel 1929 per contrastare la Befana fascista nacque la Befana rossa, un’occasione per celebrare quell’alterità sociale che si fa carico delle promesse e dei sogni collettivi.
Il 4 gennaio invitiamo perciò tuttx le befane e i befani antifascistx e dissidentx, grandi e piccinx, al mercatino: le befane si preparano! Vi invitiamo a sfoggiare i vostri migliori outfit per la sfilata più sfacciata e partigiana della storia!
Un’improbabile giuria voterà il miglior vestito! La befana più degenere vincerà una calza gigante!
Come funziona?
Durante il mercatino vieni ad iscriverti al banchetto degenere! Potrai indicarci il nome con cui vuoi essere presentatx, scrivere un testo per descriverti e scegliere la musica che preferisci per sfilare! Sarà disponibile un gazebo per cambiarsi/agghindarsi. Se li hai, porta vestiti per le altre befane.
Inauguriamo il nuovo anno insieme all’insegna dell’antifascismo
La befana antifa viene di notte, attacchinaggio e bombolette, Il rotolino sempre in mano, con la colla a tutto spiano. Se sei un antifascista, non temere la sua vista. Se invece sei un fascista, sarai il primo della lista, con o senza scarpe rotte, ti darà un sacco di botte.
Questi giovedì, visto il freddo e l’umidità, abbiamo pensato avesse senso occupare la tettoia nervi. Due parole quindi su questa sedicente “piazza pubblica” sono d’obbligo. Di seguito un’intervento portato al mercatino del 7 dicembre.
Prima di tutto grazie a tutte e tuttu di essere qui! ❤️ Avremmo voluto allestire questa iniziativa al parchetto come da invito, ma visto il freddo e l’umidità, per una scelta puramente strumentale, abbiamo pensato avesse senso occupare nuovamente la tettoia!
A chiamare questi giovedì, lo ricordiamo, è un pugno di banchettare e banchettari scalmanati, forti di un desiderio sentito e trasversale, che crede ancora nella possibilità generativa delle comunità, ad una bolognina meticcia, anticapitalista, resistente, solidale, antifascista, antisessista e antirazzista. Senzapatria che pretendono suolo pubblico senza pagare, e rivendicano spazio per sperimentare relazioni libere da logiche di assoggettamento e mercificazione. Perditempo che intendono creare ponti tra persone, esperienze, culture e realtà, tra l’altro appennino e l’altra città.
Malfattrici e malfattori, abusivi e abusive, felici di ledere con la loro presenza sgradita il prestigio istituzionale di questo gioiello urbano chiamato “Piazza Lucio Dalla”.
Sicuramente folli. Perché in questa normalità al contrario, l’anomalia è la nostra libertà solidale e resistente, non una sedicente “casa di quartiere” come quella allestita nei locali qui sotto, che affitta i suoi spazi a 150 euro + iva per quattro ore, e a 600 euro + iva per una giornata di sette/otto ore (dalle 10 alle 17!). Un progetto, la Casa di Quartiere Navile di TASCA studio, che ha vinto di recente, insieme alla Tettoia, il premio dell’Istituto Nazionale di Architettura della Regione Emilia-Romagna, sezione Riqualificazione-Rigenerazione 2023.
È evidente che il quartiere a cui si riferiscono loro, non è il quartiere da cui veniamo e a cui ci rivolgiamo noi.
Pensiamo che a fronte di un contesto del genere, non è solo giusto ma è complice non riprenderesi voce e spazio!
La maschera di questa sedicente “piazza pubblica” da oltre 4 milioni di euro, vetrina dell’amministrazione più ipocrita di sempre, si sgretola da sola, lo abbiamo visto: una piazza messa a bando, privatizzata, mercificata, gestita secondo il peggior clientelismo, come da tradizione.
Non dimentichiamo che Piazza Lucio Dalla si inserisce in quel processo di “riqualificazione” che ci ha strappato più di uno spazio, che mentre sostituisce la composizione sociale del quartiere e recupera quanto può essere considerato accettabile, isola, marginalizza e separa quanto rimane di irrecuperabile, indomabile e indecoroso, liquidandolo come “problema di ordine pubblico”.
Un’operazione che negli anni ha trasformato un quartiere popolare in un centro amministrativo e ricreativo dedicato alla Bologna che conta e che fa girare i soldi.
La millantata inclusività di questa tettoia si infrange sulla fontana che sparisce con la fine delle rassegne istituzionali, perché – com’è stato risposto ad una compagna – l’acqua è pubblica ma la fontana… è privata! Si infrange sul prezzo per l’accesso al mercatino delle pulci organizzato dal Comune ogni prima domenica del mese, che, ci dicono, da 15 euro è passato a 30 euro per ux privatx cittadinx, mentre i posti gratuiti a disposizione di minori e associazioni sono stati ridotti.
Non moltx sanno che questa sedicente “piazza” fu realizzata col mezzo milione di euro pagato dall’allora The Student Hotel al Comune, in cambio della sopraelevazione di un piano. Secondo i regolamenti urbanistici cittadini, in cambio di un aumento di cubatura The Student Hotel avrebbe dovuto mettere a disposizione più verde. Si preferì invece «monetizzare» la deroga, e con quei soldi terminare la pensilina Nervi. Per costruire The Student Hotel, lo ricordiamo, fu sgomberata con violenza un’occupazione abitativa di oltre ottanta famiglie. Questa pseudo-piazza si erge sulle macerie di quello sgombero e non solo.
Il Ministero della Cultura ha stanziato 1,2 milioni di euro per sostenere il cartello di eventi e l’operazione di maquillage istituzionale sotto questa tettoia, e riscrivere la storia di questo quartiere.
Una storia fatta di speculazione, sfratti, continua sottrazione di spazi, furto di pratiche e contro-culture da restituire in forma edulcorata, digeribile, commerciabile, amputata delle parti intrinsecamente ribelli e conflittuali. Una storia fatta di resistenza, solidarietà, antifascismo, che vediamo sempre più saccheggiata e annichilita.
Vediamo ogni giorno le strade sempre più militarizzate, oggetto di blitz e rastrellamenti da parte delle forze dell’ordine, operazioni che si abbattono sistematicamente su fasce di popolazione già marginalizzate e razzializzate.
Un’irregimentazione securitaria e un culto della legalità che riproduce discriminazioni di genere, classe e cittadinanza, esasperando contemporaneamente processi di isolamento, diffidenza e desolidarizzazione nei quartieri.
La tettoia nervi si inserisce a pieno titolo in questo processo.
E’ importante ricordare come questa fantastica pensilina “smart” sia anche equipaggiata con un sistema di videosorveglianza integrato che copre tutta l’area, collegato alla polizia locale. Si dirà “ma tanto le telecamere sono dappertutto”, cosa che può essere anche vera ma non sposta affatto il problema, anzi, ne evidenzia ancora di più il carattere pervasivo, posto che il software di gestione video sotto la tettoia non è esattamente sovrapponibile a molte delle telecamere in strada.
É questa la città che non vogliamo. Non vogliamo piazze con guardie e telecamere.