In direzione ostinata e contraria sfidiamo il freddo e invitiamo tuttx a scaldarci dandoci da fare con autoproduzioni e DIY!
Giovedì 1 febbraio Senza Chiedere Permesso allestiremo un laboratorio di cucito e serigrafia! Porta le tue maglie, le tue stoffe, i tuoi colori, la tua fantasia, noi qualche sorpresa la avremo! Cuciremo borsine da serigrafare, stamperemo spillette e molto altro!
Invitiamo tuttx le banchettare a farsi avanti, a portare arti e mestieri in strada, per conoscerci facendo, provando, toccando, sporcandoci insieme.
Dalle 17 allestimento del mercatino, consueto vin brulé caldo benefit inguatx con la legge, birrette, cibarie e microfono aperto per aggiornamenti su Bologna e oltre.
Dalle 18 laboratori randagi.
A seguire suoni animali con Fremen e dj set!
In un contesto di “controlli ad alto impatto” e violenta militarizzazione diventa ancora più importante vivere il quartiere e moltiplicare i momenti in strada!
Per una bolognina anticapitalista, meticcia, solidale, antirazzista, antisessista e antifascista.
Di seguito un contributo contro la riqualificazione del Parco Don Bosco e delle Scuole Besta a Bologna.
Impossibile non incontrarsi nella solidarietà contro la riqualificazione del Parco Don Bosco e delle Scuole Besta:
Parliamo di oltre 18 milioni di euro per abbattere decine di alberi ad alto fusto, distruggere la fauna presente, demolire la scuola esistente e ricostruirne una nuova accanto – “green” – asfaltando il parco. Un vero capolavoro.
La cementificazione del parco Don Bosco è il volto di una città che non guarda in faccia a nessuno: abitanti, insegnanti, ex insegnanti, genitori di alunnx ed ex alunnx, associazioni.
Non servono grandi analisi, il grido delle Scuole Besta in lotta è inequivocabile: l’edificio più green è quello che è già in piedi.
Nell’audio “Gli alberi parlano” (Parco Don Bosco)
L’uso strumentale della retorica green, della cooperazione, della partecipazione e dell’inclusione, si schianta con le rivendicazioni di chi gli spazi li vive dal basso.
Non si può accettare in nessun modo la devastazione di un parco frequentato e amato da tuttx gli/le abitanti del quartiere, e la conseguente distruzione di uno dei pochi polmoni verdi nella sempre più cementificata zona Fiera, dove l’aria che si respira è tra le più inquinate d’Europa.
Un progetto, la nuova scuola, in cui si ostentano paroloni come “innovazione scolastica”, “pedagogia cooperativa”, “pedagogia laboratoriale”, quando l’operazione rappresenta un passo indietro non solo per quanto riguarda la sostenibilità e l’impatto ambientale ma anche dal punto di vista didattico: contrariamente alla scuola attuale – progettata alla fine degli anni ’70 con il lavoro congiunto di architetti, pedagogisti ed insegnanti – il nuovo progetto prevede una struttura rigida con aule e corridoi, senza quegli ambienti di espansione delle aule per attività di gruppo e lezioni flessibili, e senza la proiezione delle aule verso il giardino e l’esterno, che caratterizzano l’attuale scuola. Un’operazione che comporterebbe un significativo peggioramento della fruizione degli spazi, della didattica, della vivibilità della scuola e della salubrità degli ambienti per alunnx e insegnanti.
Un edificio che secondo la stesse leggi di chi governa dovrebbe essere tutelato in quanto bene artistico, storico e culturale, come avvenuto per un’altra scuola della stessa architetta, e su cui dovrà pronunciarsi la Soprintendenza ai beni culturali a febbraio.
Se è vero che le scuole Besta necessitano di lavori a causa dei deterioramenti subiti nel corso degli anni, della mancata manutenzione, degli adeguamenti alle normative antisismiche, della scarsa efficienza energetica, è vero anche che non c’è nessun motivo valido per abbatterle e non ristrutturarle.
Vi sono inoltre errori procedurali sui cui l’amministrazione sta tentando di glissare e che potrebbero ostacolare l’ignobile proposito demolitore. Il comitato nato a difesa del parco e della scuola, studiando le carte del progetto, ha scoperto che «per l’erogazione dei fondi del PNRR […] è necessario rispettare il cosiddetto principio DNSH, Do Not Significant Harm, ovvero “non arrecare danni significativi all’ambiente”. Un principio tecnico che deve essere contenuto in una relazione specifica. “Ma la relazione allegata alla delibera di approvazione del progetto non dimostra nulla — dice il comitato — perché è̀ stata utilizzata una scheda sbagliata della specifica Guida operativa del ministero dell’Economia e della Finanza, ovvero la scheda 2 delle ristrutturazioni invece della scheda 1 relativa ai nuovi edifici da costruire e interventi di demolizione e ricostruzione».
Mentre l’amministrazione cerca di convincere la cittadinanza della bontà dell’impresa parlando di rigenerazione dell’area verde nella zona di demolizione – quando è noto che questi suoli non si rigenerano con la bacchetta magica – nel progetto compare – magia, questa si! – la possibilità di destinare parte dell’area ad un eventuale parcheggio, qualora la vicina Fiera ne avesse bisogno.
Siamo convinte che non c’è ecologismo senza anticapitalismo e lotta di classe.
Capitalismo e violenza istituzionale sono due facce della stessa medaglia, una ricetta che la giunta PD ha imparato a vendere bene grazie a strategie di comunicazione e marketing di tipo aziendale.
Non si può guardare alla riqualificazione del parco Don Bosco senza inserirla nel processo che vede coinvolto in egual modo l’arrivo dell’alta velocità e la costruzione della nuova stazione, la Trilogia Navile, la Tettoia Nervi, l’opera di Giulia Srl e delle P Tower, il complesso Unipol, gli Student Hotel, le operazioni speculari in Cirenaica e nel quartiere San Donato, il Tecnopolo, la riqualificazione del polo fieristico, Fico, il People Mover, il Tram, il Passante di Mezzo.
Una città lanciata in corsa sul podio del prestigio europeo, lo stesso “prestigio” che determina un aumento generalizzato del costo della vita, che devasta pianure, Appennini e montagne, e che fonda le sua ricchezza su lavoro sfruttato e alienato.
Scelte politiche precise volte a una turistificazione selvaggia del territorio, che si abbattono sistematicamente su chi vive già discriminazioni di classe, genere e cittadinanza, creando terreno fertile per le destre xenofobe, pronte a raccogliere consenso cavalcando malcontento, paure e stereotipi.
Se a livello internazionale massacri, guerre e genocidi si intensificano, a livello locale aumenta lo sfruttamento, il disciplinamento e il controllo sociale: in ogni città le lotte per l’abitare e per la casa, così come quelle ambientaliste ed ecologiste, vengono duramente represse. La scuola, divenuta territorio di conquista militare, mostra sempre più il suo volto di agenzia al soldo del potere, volta a selezionare la nuova classe dirigente e la nuova classe da sfruttare. Ciò che rimane della sanità pubblica e territoriale viene inesorabilmente smantellato e privatizzato, per privilegiare paradigmi discrezionali di stampo classista e autoritario. Dentro le carceri, nei cpr, alle frontiere, si muore, mentre all’esterno vivere diventa sempre più difficile per moltx.
Una realtà in cui emerge sempre più evidente la necessità di sovvertire l’esistente e lottare!
SPECULAZIONE, PROFITTO E CEMENTO: COMBATTEREMO CONTRO OGNI ABBATTIMENTO!
CON IL PARCO DON BOSCO E LE SCUOLE BESTA IN LOTTA, CONTRO LA CITTÀ VETRINA
Le immagini nel testo con quelle “creature strane” sono tratte dal film “Guida Galattica per autostoppisti” ispirato al romanzo di Douglas Adams del 1979.
Per fare posto ad una superstrada alcune ruspe minacciano di demolire la casa di Arthur Dent; ma la sorte dell’abitazione di Arthur Dent è niente rispetto a quanto sta per accadere a tutto il pianeta: una flotta spaziale Vogon è pronta a demolire la terra per conto dell’Ente Galattico Viabilità, per far posto ad una nuova superstrada iperspaziale.
POPOLO DELLA TERRA, ATTENZIONE, PREGO. QUI PARLA LA COMMISSIONE PER LA PIANIFICAZIONE DELL’IPERSPAZIO GALATTICO. I PIANI DI SVILUPPO DELLE ZONE PERIFERICHE DELLA GALASSIA RICHIEDONO LA COSTRUZIONE DI UNA SUPERSTRADA IPERSPAZIALE ATTRAVERSO IL VOSTRO SISTEMA STELLARE. IL CHE RENDE SFORTUNATAMENTE NECESSARIA LA DEMOLIZIONE DI ALCUNI PIANETI TRA CUI IL VOSTRO. I LAVORI AVRANNO INIZIO IMMEDIATO E DURERANNO CIRCA DUE MINUTI TERRESTRI. GRAZIE.
I Vogon, le creature rappresentate nelle foto, sono ottusi burocrati zelanti che senza un ordine in triplice copia spedito, ricevuto, verificato, smarrito, ritrovato, soggetto a inchiesta ufficiale, smarrito di nuovo ed infine sepolto nella torba per tre mesi e riciclato come cubetto accendifuoco, non alzerebbero un dito per salvare nemmeno la propria nonna. La maggior parte dei Vogon è impiegata negli uffici della burocrazia galattica e nella Flotta costruzioni Vogon, un lavoro che permette loro di vivere una vita socialmente accettabile pur seminando distruzione nell’universo.
Per chi fosse curiosx di leggere l’incipit del testo -> QUI
Alle 18:30 FREE ALL ANTIFAS: Presentazione del corteo nazionale antifascista a Milano del 13 gennaio + aggiornamenti sulla repressione delle antifasciste e degli antifascisti coinvolti nei fatti di Budapest .
Dalle 19:30 Marina Girardi presenta il LUNARIO DELLE TANE 2024, intonando canzoni lunatiche uscite dal bosco.
Inauguriamo il nuovo anno insieme all’insegna dell’antifascismo
Se vuoi esporre porta luci, prolunghe, tavolo, gazebo e cosa vorresti trovare. Se hai sedie in più sono benvenute. Se hai teli, tappeti o cose utili per arricchire l’area bimbi, portali! Se hai idee scrivi o passa a trovarci!
La bolognina a cui ci rivolgiamo è anticapitalista, antisessista, antirazzista e antifascista.
Qui un’intervista su Radio città Fujiko ad una compagna sulla condizione di Ilaria, reclusa in carcere in Ungheria da dieci mesi.
Qui un’intervista su Radio Ondarossa ad un compagno a Milano.
Qui un’intervista su Radio Onda d’Urto a Eugenio Losco, legale di Ilaria e Gabriele.
Di seguito la chiamata antifascista del 13 gennaio a Milano.
Il mercatino di giovedì 4 gennaio si avvicina ed il programma è in arrivo, intanto non perdiamo tempo e lanciamo questa imprevedibile sfilata!
❤️🔥 NON LA SOLITA BEFANA! 🔥🖤
Non tuttx sanno che nel 1928 i fascisti si impossessarono della festività della Befana. Nel 1929 per contrastare la Befana fascista nacque la Befana rossa, un’occasione per celebrare quell’alterità sociale che si fa carico delle promesse e dei sogni collettivi.
Il 4 gennaio invitiamo perciò tuttx le befane e i befani antifascistx e dissidentx, grandi e piccinx, al mercatino: le befane si preparano! Vi invitiamo a sfoggiare i vostri migliori outfit per la sfilata più sfacciata e partigiana della storia!
Un’improbabile giuria voterà il miglior vestito! La befana più degenere vincerà una calza gigante!
Come funziona?
Durante il mercatino vieni ad iscriverti al banchetto degenere! Potrai indicarci il nome con cui vuoi essere presentatx, scrivere un testo per descriverti e scegliere la musica che preferisci per sfilare! Sarà disponibile un gazebo per cambiarsi/agghindarsi. Se li hai, porta vestiti per le altre befane.
Inauguriamo il nuovo anno insieme all’insegna dell’antifascismo
La befana antifa viene di notte, attacchinaggio e bombolette, Il rotolino sempre in mano, con la colla a tutto spiano. Se sei un antifascista, non temere la sua vista. Se invece sei un fascista, sarai il primo della lista, con o senza scarpe rotte, ti darà un sacco di botte.
Questi giovedì, visto il freddo e l’umidità, abbiamo pensato avesse senso occupare la tettoia nervi. Due parole quindi su questa sedicente “piazza pubblica” sono d’obbligo. Di seguito un’intervento portato al mercatino del 7 dicembre.
Prima di tutto grazie a tutte e tuttu di essere qui! ❤️ Avremmo voluto allestire questa iniziativa al parchetto come da invito, ma visto il freddo e l’umidità, per una scelta puramente strumentale, abbiamo pensato avesse senso occupare nuovamente la tettoia!
A chiamare questi giovedì, lo ricordiamo, è un pugno di banchettare e banchettari scalmanati, forti di un desiderio sentito e trasversale, che crede ancora nella possibilità generativa delle comunità, ad una bolognina meticcia, anticapitalista, resistente, solidale, antifascista, antisessista e antirazzista. Senzapatria che pretendono suolo pubblico senza pagare, e rivendicano spazio per sperimentare relazioni libere da logiche di assoggettamento e mercificazione. Perditempo che intendono creare ponti tra persone, esperienze, culture e realtà, tra l’altro appennino e l’altra città.
Malfattrici e malfattori, abusivi e abusive, felici di ledere con la loro presenza sgradita il prestigio istituzionale di questo gioiello urbano chiamato “Piazza Lucio Dalla”.
Sicuramente folli. Perché in questa normalità al contrario, l’anomalia è la nostra libertà solidale e resistente, non una sedicente “casa di quartiere” come quella allestita nei locali qui sotto, che affitta i suoi spazi a 150 euro + iva per quattro ore, e a 600 euro + iva per una giornata di sette/otto ore (dalle 10 alle 17!). Un progetto, la Casa di Quartiere Navile di TASCA studio, che ha vinto di recente, insieme alla Tettoia, il premio dell’Istituto Nazionale di Architettura della Regione Emilia-Romagna, sezione Riqualificazione-Rigenerazione 2023.
È evidente che il quartiere a cui si riferiscono loro, non è il quartiere da cui veniamo e a cui ci rivolgiamo noi.
Pensiamo che a fronte di un contesto del genere, non è solo giusto ma è complice non riprenderesi voce e spazio!
La maschera di questa sedicente “piazza pubblica” da oltre 4 milioni di euro, vetrina dell’amministrazione più ipocrita di sempre, si sgretola da sola, lo abbiamo visto: una piazza messa a bando, privatizzata, mercificata, gestita secondo il peggior clientelismo, come da tradizione.
Non dimentichiamo che Piazza Lucio Dalla si inserisce in quel processo di “riqualificazione” che ci ha strappato più di uno spazio, che mentre sostituisce la composizione sociale del quartiere e recupera quanto può essere considerato accettabile, isola, marginalizza e separa quanto rimane di irrecuperabile, indomabile e indecoroso, liquidandolo come “problema di ordine pubblico”.
Un’operazione che negli anni ha trasformato un quartiere popolare in un centro amministrativo e ricreativo dedicato alla Bologna che conta e che fa girare i soldi.
La millantata inclusività di questa tettoia si infrange sulla fontana che sparisce con la fine delle rassegne istituzionali, perché – com’è stato risposto ad una compagna – l’acqua è pubblica ma la fontana… è privata! Si infrange sul prezzo per l’accesso al mercatino delle pulci organizzato dal Comune ogni prima domenica del mese, che, ci dicono, da 15 euro è passato a 30 euro per ux privatx cittadinx, mentre i posti gratuiti a disposizione di minori e associazioni sono stati ridotti.
Non moltx sanno che questa sedicente “piazza” fu realizzata col mezzo milione di euro pagato dall’allora The Student Hotel al Comune, in cambio della sopraelevazione di un piano. Secondo i regolamenti urbanistici cittadini, in cambio di un aumento di cubatura The Student Hotel avrebbe dovuto mettere a disposizione più verde. Si preferì invece «monetizzare» la deroga, e con quei soldi terminare la pensilina Nervi. Per costruire The Student Hotel, lo ricordiamo, fu sgomberata con violenza un’occupazione abitativa di oltre ottanta famiglie. Questa pseudo-piazza si erge sulle macerie di quello sgombero e non solo.
Il Ministero della Cultura ha stanziato 1,2 milioni di euro per sostenere il cartello di eventi e l’operazione di maquillage istituzionale sotto questa tettoia, e riscrivere la storia di questo quartiere.
Una storia fatta di speculazione, sfratti, continua sottrazione di spazi, furto di pratiche e contro-culture da restituire in forma edulcorata, digeribile, commerciabile, amputata delle parti intrinsecamente ribelli e conflittuali. Una storia fatta di resistenza, solidarietà, antifascismo, che vediamo sempre più saccheggiata e annichilita.
Vediamo ogni giorno le strade sempre più militarizzate, oggetto di blitz e rastrellamenti da parte delle forze dell’ordine, operazioni che si abbattono sistematicamente su fasce di popolazione già marginalizzate e razzializzate.
Un’irregimentazione securitaria e un culto della legalità che riproduce discriminazioni di genere, classe e cittadinanza, esasperando contemporaneamente processi di isolamento, diffidenza e desolidarizzazione nei quartieri.
La tettoia nervi si inserisce a pieno titolo in questo processo.
E’ importante ricordare come questa fantastica pensilina “smart” sia anche equipaggiata con un sistema di videosorveglianza integrato che copre tutta l’area, collegato alla polizia locale. Si dirà “ma tanto le telecamere sono dappertutto”, cosa che può essere anche vera ma non sposta affatto il problema, anzi, ne evidenzia ancora di più il carattere pervasivo, posto che il software di gestione video sotto la tettoia non è esattamente sovrapponibile a molte delle telecamere in strada.
É questa la città che non vogliamo. Non vogliamo piazze con guardie e telecamere.
Ogni primo giovedì del mese chiamiamo a raccolta in Bolognina il mondo delle autoproduzioni e del DIY per riappropriarci di luoghi di scambio e pratiche fuori dal campo normativo dell’istituzione. Riprendiamoci il diritto di esprimerci e di esistere senza pagare suolo pubblico e senza chiedere permesso.
GIOVEDÌ 7 dicembre vi aspettiamo per il secondo appuntamento della rassegna al libero parchetto accanto al mercato di Campi Aperti (lato via Delfino Insolera)
Dalle 17 allestimento del mercatino, cibarie e birrette + Breaking corner a cura di Stricly Underground!
Dalle 19 presentazione del fumetto “L’invasione degli Extraterroni” di Renald Hysi ed Elena Rapa (edizioni Beccogiallo, aprile 2023), “un’autobiografia contro ogni confine”. Presentazione che sarà ripresa a registrata da Radio Spore, che ringraziamo.
Dalle 20, considerando tutti i ritardi del caso, chiacchiera collettiva sui recenti risvolti del razzismo di Stato – chiacchiera a cui abbiamo inviato diverse realtà, persone e individualità del quartiere. Partendo dal Dl Sud, passando per la legge Cutro, Caivano, gli accordi Italia-Albania e il pacchetto sicurezza, anche in una prospettiva di genere, fino la situazione qui in regione, dove si concretizza sempre più la possibilità di un CPR a Ferrara, e a Bologna, dove di recente sono iniziati i trasferimenti dal Mattei verso i contanier posizionati all’ex caserma gamberini di Ozzano, concretizzando di fatto un altro CAS sul territorio.
Dalle 21 Rap con i Senza Palle, poi Digiuno e infine vinyl dj set.
Microfono aperto a chiunque voglia raccontarsi e a eventuali interventi e contributi.
Tutta la sera caldo vin brulè per sostenere le spese legali di Ilaria, una compagna antifascista detenuta nel carcere di Budapest da quasi un anno!
In esposizione due mostre:
“Un deserto chiamato sicurezza”
Una mostra che affronta l’attacco iniziato da tempo al quartiere Bolognina: la cementificazione chiamata “riqualificazione”, la strumentalizzazione “dell’emergenza droga” e “dell’allarme sicurezza”, la discriminazione della popolazione migrante, la militarizzazione della vita quotidiana, il progressivo restringimento della sanità e dei servizi. Una realtà che si nutre di politiche razziste, proibizioniste e repressive, e che si traduce negli abusi sempre più legittimati delle forze dell’ordine e nella violenza del carcere. Un attacco che ha trovato nuovo vigore con il patto sulla sicurezza siglato a gennaio con la visita in città del ministro Piantedosi.
“Per tua sola colpa – Mostra sul DL Caivano”
Una mostra che entra nel merito della legge Caivano con una prospettiva di genere. La legge Caivano prende come pretesto due casi di cronaca che hanno visto coinvolti ragazzi minorenni in gravi atti di violenza di genere. Questa mostra mette in evidenza come la violenza di genere non sia assolutamente il focus di questa legge ma piuttosto una scusa per prendere provvedimenti di natura autoritaria verso i minori delle periferie.
Se vuoi esporre porta luci, prolunghe, tavolo, gazebo e cosa vorresti trovare. Se hai sedie in più sono benvenute. Se hai teli, tappeti o cose utili per arricchire l’area bimbi, portali! Se hai idee scrivi o passa a trovarci!
La bolognina a cui ci rivolgiamo è anticapitalista, antisessista, antirazzista e antifascista. Atteggiamenti e comportamenti razzisti, omolesbotransfobici e classisti non saranno accettati.
All’interno di una città che ci respinge sempre più chiedendoci di rispettare standard che non ci possiamo permettere e criteri a cui non ci vogliamo adeguare, siamo liet* di annunciarvi il primo appuntamento della rassegna “Senza chiedere permesso – Mercatino autogestito del riuso e delle autoproduzioni.”
Ogni primo giovedì del mese intendiamo chiamare a raccolta in Bolognina il mondo delle autoproduzioni e del DIY per riappropriarci di luoghi di scambio e pratiche fuori dal campo normativo dell’istituzione. Non solo un mercatino ma uno spazio per autoderminarci, ibrid* e in continua metamorfosi, condividendo pratiche, saperi e riflessioni attraverso laboratori, proiezioni e presentazioni.
“Autoproduzione”, “scambio” e “riuso” come scelta politica consapevole del disastro ambientale in corso, non come etichetta progressista per guadagnare col “vintage” alimentando una narrazione strumentale dell’etica del riuso.
Assistiamo infatti al proliferare in città di mercati e mercatini “vintage” in cui capi d’abbigliamento appartenenti al fast fashion e oggetti provenienti da vecchie cantine vengono venduti al pubblico a prezzi esorbitanti: rivendichiamo il riuso come scelta politica, ecologica e creativa, lo scambio come risposta alla mercificazione delle nostre vite e l’autoproduzione come forma di resistenza al presente.
Chi siamo? Siamo quelle bancherelle impreviste che incontravi una volta lungo le strade nei quartieri, siamo quei banchetti che trovavi nei centri sociali oggi sgomberati… Siamo quei piccoli artigiani, riciclatrici, artisti di strada e musicisti che rivendicano due metri di esposizione libera, selvaggia, gratuita e ovunque. Siamo quelle soggettività che provano a stare in equilibrio sul filo della creatività, della fantasia e della libertà ricercando in strada il rapporto diretto con la gente attraverso piccole esposizioni ambulanti. Siamo quelle figure marginalizzate dal mondo sovietizzato del permesso-per-ogni-cosa, dove mentre si bucano montagne e devastano pianure senza intoppi burocratici, sono i due metri di banchetto abusivo, gli artisti artigiani itineranti, le musiciste giocoliere senza meta e i riciclatori ostinati ad essere additati come problema di ordine pubblico.
Sappiamo di non essere sol* e sappiamo che questa esigenza non è solo nostra, per questo vi aspettiamo in tante ogni primo giovedì del mese: costruiamo un pomeriggio all’insegna dell’autogestione e riprendiamoci insieme il parco, riappropriamoci del diritto di esprimerci e di esistere senza pagare suolo pubblico e senza chiedere permesso!
Primo appuntamento della rassegna: GIOVEDì 2 NOVEMBRE al libero parchetto accanto al mercato di Campi Aperti (lato via Delfino Insolera)
Dalle 17:00 allestimento del mercatino, birrette, cibarie e socialità!
Dalle 17:30 TAZ DEI BIMBI, mercatino e scambio, dalle 18:00 laboratorio di spillette
Dalle 19:00 presentazione di “TRACCIATO PALESTINA. Racconto di viaggio in Cisgiordania”. Fumetto di Elena Mistrello. Un progetto di arrampicata, una carovana solidale in Palestina… Una nuova autoproduzione FOA Boccaccio 003. Ne parliamo con l’autrice e attivistx di West Climbing Bank. Il ricavato della distribuzione di questa autoproduzione contribuirà a progetti di solidarietà con il popolo palestinese operanti all’interno dei campi profughi di Aida e Dheisheh (Betlemme). Restiamo umani!
per chiudere… DJ LUGI
Se vuoi esporre porta luci, prolunghe, tavolo, gazebo e cosa vorresti trovare. Se hai sedie in più sono benvenute. Se hai teli, tappeti o cose utili per arricchire l’area bimbi, portali! Se hai idee scrivi o passa a trovarci!
La bolognina a cui ci rivolgiamo è anticapitalista, antisessista, antirazzista e antifascista. Atteggiamenti e comportamenti razzisti, omolesbotransfobici e classisti non saranno accettati.
Premier rendez-vous de la série d’évènements “SANS DEMANDER LA PERMISSION – MARCHÉ AUTOGERÉ ET DE PRODUCTIONS DYI
Dans une ville qui nous rejette de plus en plus, qui exige de nous des normes que nous ne pouvons pas nous permettre et qui nous impose des critères auxquels nous ne voulons pas nous conformer, nous sommes ravi*s d’annoncer le premier rendez-vous de la série d’évènements ‘Sans Demander la permission’. Construisons un après-midi d’autogestion et reprenons ensemble le parc, reprenons le droit de nous exprimer et d’exister sans payer pour occuper un terrain public et sans demander la permission !
Jeudi 2 novembre au parc à côté du marché Campi Aperti (côté rue Delfino Insolera).
A partir de 17:00 mise en place du marché, bières, nourriture et convivialité!
A partir de 17h30 ZONE TEMPORAIREMENT AUTONOME DES ENFANTS, marché et troc, à partir de 18h00 atelier de pins.
À partir de 19 heures, présentation de “TRACCIATO PALESTINA. Récit d’un voyage en Cisjordanie”. Bande dessinée de Elena Mistrello. Un projet d’escalade, une caravane de solidarité en Palestine… Une nouvelle auto-édition de FOA Boccaccio 003. Nous en parlons avec l’auteure et activiste de West Climbing Bank. Les revenus tirés de la distribution de cette autoproduction contribueront à des projets de solidarité avec le peuple palestinien dans les camps de réfugiés d’Aïda et de Dheisheh (Bethléem). Restons humains !
Pour terminer… DJ LUGI
Si tu as envie d’exposer apporte des lumières, des rallonges, une table, un pavillon et tout ce dont tu as besoin. Si tu as des chaises en plus, n’hésite pas à les ramener. Si tu as des bâches, des tapis ou des trucs utiles pour l’espace des enfants, apporte-les ! Si tu as des idées, écris nous ou passe nous voir !
La bolognine à laquelle nous nous adressons est anticapitaliste, antisexiste, antiraciste et antifasciste. Les attitudes et comportements racistes, homolesbotransphobes et classistes ne seront pas acceptés.
Ogni primo giovedì del mese chiamiamo a raccolta in Bolognina il mondo delle autoproduzioni e del DIY per riappropriarci di luoghi di scambio e pratiche fuori dal campo normativo dell’istituzione. Riprendiamoci il diritto di esprimerci e di esistere senza pagare suolo pubblico e senza chiedere permesso!
Al libero parchetto accanto al mercato di Campi Aperti (lato via Delfino Insolera) o, all’occorenza, occupando la Tettoia Nervi.